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Aristotele

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Aristotele, la filosofia e la politica Autori dell'ipertesto
Destinatari Obiettivi
Metodologia Fonti









        Il volto che campeggia qui sopra è quello del grande filosofo greco Aristotele. Lo prendiamo come emblema della filosofia, anche se l'effige di Platone potrebbe assolvere altrettanto bene al compito di rappresentare quella nobile passione dello spirito, al pari del maestro di quest'ultimo, Socrate, e anche (forse) di qualche altro, vissuto secoli e millenni dopo di essi.

        Ma perché, dovendo trattare di questioni che, come vedremo, investono le scienze e le tecnologie della vita, i temi cioè di cui si occupa la bioetica, lanciamo un ponte che attraversa secoli e millenni di riflessione filosofica per giungere ad epoche del mondo nelle quali il nascere e il morire erano regolati ferreamente dalle leggi della natura, mentre oggi si cerca - spesso con successo - di andare ben oltre, di sfidare e frantumare quelle medesime?

        Una risposta può essere che proprio dal momento che i progressi fantastici delle scienze e delle tecnologie della vita investono l'uomo nella sua totalità - fino alle radici più profonde della sua identità, come dimostra la ricerca genetica - il ricorso alla disciplina che da sempre si occupa dell'uomo e delle sue domande più radicali diventa inevitabile e doveroso.

        Ma la filosofia si insinua anche in molte altre sfaccettature della materia. Ed è uno degli obiettivi principali di questo lavoro metterlo in evidenza.
Non sembri troppo ardito, inoltre, un altro degli obiettivi di questa iniziativa: la ricerca delle valenze politiche della bioetica. E qui ancora una volta, ma più specificamente, Aristotele è veramente un maestro impareggiabile: «L'uomo - egli scrisse - è per natura animale politico». Vive in società, ha bisogno degli altri, e questo non solo per le necessità della sopravvivenza ma anche perché la più alta forma di vita associata, lo Stato, oltre alla difesa dai nemici esterni, gli offre quelle leggi e quell'educazione senza le quali non ci potrebbe essere il cittadino virtuoso.
L'etica e la politica, cioè, si saldano e si completano a vicenda, come già Platone aveva insegnato. Ma Aristotele, a differenza di quest'ultimo (che fu anche il suo maestro), evitò accuratamente di descrivere una forma ideale di Stato e cercò di seguire la pista delle idee realizzabili concretamente perché capaci di adattarsi a uomini "concreti" più che a uomini "ideali".

        Ecco perché Aristotele è il filosofo che forse meglio sembra esprimere le implicazioni filosofiche e politiche più profonde della bioetica, ed ecco il motivo della sua effige qua sopra. E naturalmente sarebbe una gran cosa se ciò risultasse evidente e perfettamente comprensibile al termine di una disamina il più possibile accurata e "aperta" della materia di cui ci occupiamo, quale qui vorremmo appunto tentare.



        Confesso che mi piacerebbe moltissimo che questo ipertesto fosse il frutto del lavoro dei miei allievi, sia pure, ovviamente orientati e coordinati dal sottoscritto. Devo invece prendere atto che, sotto questo profilo, il risultato è più modesto, dal momento che tanto il progetto quanto la realizzazione sono in larghissima parte opera mia. Questo per vari motivi che si possono sintetizzare come segue:
  1. al momento i miei allievi sono quelli del "biennio", con ciò che ne consegue (anche se riconosco che la cosa offre anche alcuni vantaggi sotto il profilo educativo-didattico);
  2. l'indirizzo di studio (economico-aziendale) dei ragazzi non è probabilmente il più indicato a fornire quelle solide basi umanistiche e scientifiche che sarebbero utili a cogliere gli aspetti più ostici della materia;
  3. i tempi che sarebbero necessari per realizzare una simile impresa eccedono in maniera "catastrofica" le reali disponibilità;
  4. le problematiche coinvolte sono quasi sempre complesse, anche a causa dell'estensione e della natura interdisciplinare dell'approccio bioetico, ivi compresi i risvolti filosofici meno semplificabili.
Gli studenti, comunque, un contributo lo hanno dato, e non sarebbe giusto sottovalutarlo:
  1. ci sono testi scritti autonomamente dagli studenti - ovviamente rivisti e "ritoccati" qua e là dallo scrivente;
  2. non di rado i testi preparati dallo scrivente sono, almeno in parte, il risultato di percorsi didattici ben precisi e calcolati, e dunque si tratta di elaborazioni concettuali passate attraverso il fuoco delle domande e delle richieste di chiarimento e approfondimento degli allievi durante il lavoro in classe, che è stato molto vivace e fecondo;
  3. soprattutto si tenga conto che, in conseguenza della metodologia prescelta e degli obiettivi prefissati, l'alunno non è soltanto il generico destinatario dei testi qui contenuti, egli è un destinatario con il quale il dialogo non si è mai concluso, anzi, è appena cominciato, e continuerà nel tempo. In questo senso il contributo degli allievi è destinato a crescere e finirà per essere dominante. Anzi, oggi, nel momento in cui l'ipertesto viene presentato, esso è soltanto un'anticipazione di ciò che dovrà (sperabilmente) diventare. Questa è poco più che una cornice, è come un libro le cui pagine vuote superano di gran lunga quelle già scritte: l'Introduzione, il Sommario, un paio di capitoli, qualche appunto annotato a mano.
In qualche caso, inoltre, l'ipertesto si avvale del contributo di alcuni specialisti, interpellati al fine di chiarire taluni aspetti specifici delle rispettive aree professionali e culturali.



        I destinatari di questa impresa sono gli studenti delle scuole medie superiori, con preferenza certamente per quelli che frequentano le classi terminali, ma senza escludere i più giovani. Ciò tenendo conto del fatto che, se talvolta gli argomenti, pur sfrondati di virtuosismi intellettuali non strettamente indispensabili per un'efficace comprensione, possono risultare perfettamente abbordabili soltanto da studenti che dispongono di discrete conoscenze e competenze filosofiche, giuridiche, scientifiche, ecc., in altri casi i testi risultano di immediata comprensione. In tal modo si cerca, tra l'altro, di soddisfare curiosità crescenti e di dare la possibilità a chi lo desidera di approfondire a seconda delle proprie esigenze.

        Questo non deve sembrare eccessivamente ambizioso, dal momento che non bisogna dimenticare che cosa è un ipertesto e che cosa è Internet - e il presente è appunto un ipertesto pensato per la rete. In altre parole, se già il concetto di ipertesto è molto "aperto", quando si va in rete l'apertura diventa quasi illimitata: In Internet c'è già quasi tutto, basta saperlo cercare: vuoi approfondire? Un link può rispondere alla tua esigenza, senza che ogni volta ci si debba fare carico di rifare tutto il lavoro. Sei in grado di leggere e comprendere un testo scritto in inglese? Le possibilità di approfondimento si moltiplicano per mille.

        Insomma, nel World Wide Web qualcuno ha già provveduto a mettere on-line quello che a te interessa. Il mio compito - o meglio, uno dei miei compiti - è quello di suggerirti dove andare a cercare, il tuo quello di seguire i tuoi interessi avvalendoti del lavoro di ricerca effettuato, prima, da chi ha messo in rete documenti interessanti, e poi da chi li ha scovati anche per dare a te la possibilità di avvalertene.



        L' obiettivo principale dell'ipertesto - come, credo, di qualsiasi iniziativa seriamente intenzionata a portare la bioetica nella scuola - è dare ai destinatari di questo lavoro un'informazione essenziale sui principali nodi dell'attuale dibattito sulla bioetica, mettendoli in condizione di sapersi orientare all'interno del groviglio di problematiche (etiche, deontologiche, giuridiche, economico-sociali, politiche, ecc.) sollevate dai progressi delle scienze e tecnologie della vita.

        Si vuole inoltre mettere bene in evidenza e approfondire in qualche misura le "implicazioni filosofiche" dei principali nodi della bioetica. Con questo non si intende portare il discorso a livelli "specialistici" sotto il profilo, appunto, degli interessi filosofici, quanto piuttosto far cogliere il nesso tra diverse concezioni della scienza e della tecnica e particolari prospettive filosofiche (anche se assunte inconsapevolmente e date in qualche modo per "scontate"), cioè ben precise visioni del mondo, concezioni dell'uomo, della natura, della vita, ecc.

        Parimenti si vogliono mettere in evidenza le valenze politiche quanto meno di alcune tra le principali problematiche di interesse bioetico. Ci si riferisce soprattutto al rapporto bioetica-società civile, vale a dire all'impatto delle nuove potenzialità scientifiche e tecnologiche su dimensioni fondamentali della vita associata (economia, ecologia, legislazione, ecc.) e alla necessità di affrontare le questioni nella loro dimensione pubblica, cioè ridefinendole in rapporto al concetto di bene comune.

        Altri obiettivi, in stretta relazione con i precedenti, vanno identificati tra quelli educativi generali e didattici trasversali di cui si sostanziano le programmazioni di tutti i Consigli di classe. Probabilmente, del resto, pochi settori di ricerca si prestano altrettanto bene a fungere da "laboratorio" e da banco di prova di un'esperienza educativa e didattica "a tutto tondo".



        In più di qualche caso i testi originali qui presentati sono il risultato di un determinato lavoro svolto in classe. Nel senso che, quanto meno, gli argomenti sono stati presentati e dibattuti, verificando che non vi sia nulla che non sia stato "capito" nelle sue linee essenziali. In molti casi, inoltre, la stessa formulazione delle schede per argomento e delle parti introduttive risente non poco del lavoro svolto con gli alunni, risultandone modificata in misura rilevante rispetto alla formulazione di partenza.

        Questa metodologia "interattiva", che rappresenta una scelta di fondo e non occasionale, non si esaurisce nella costruzione dell'assetto attuale, nel senso che l'ipertesto, al momento dell'uscita, deve ritenersi "provvisorio" e suscettibile di ulteriori revisioni, arricchimenti e sviluppi man mano che il suo utilizzo on-line (anche, ovviamente, da parte di visitatori "remoti") ne metta in evidenza la necessità o l'opportunità. E tale "provvisorietà" deve intendersi come un dato permanente, non una spia di debolezza ma un punto di forza.

        Un altro aspetto qualificante sotto il profilo metodologico è il tentativo di offrire la possibilità di esplorare vari livelli di approfondimento degli argomenti. In modo da consentire tanto all'allievo di prima quanto a quello di quinta, tanto al meno curioso quanto al più esigente e sensibile, di conseguire risultati soddisfacenti. In linea di principio ciò si realizza attraverso un meccanismo di questo tipo:
  1. le presentazioni degli argomenti-chiave e le schede sui singoli aspetti sono relativamente semplici e non richiedono pre-requisiti particolari per essere comprese, talvolta gli autori di questi testi sono gli stessi allievi;
  2. per chi intende approfondire sono resi disponibili testi meno schematici e semplificati;
  3. ulteriori approfondimenti, sia su aspetti molto specifici sia su argomenti di carattere generale, sono resi possibili attraverso links che aprono l'ipertesto alle enormi potenzialità del WWW.


  1. Testi del prof. S. R. Piccoli;
  2. testi (schede, glossario e recensioni) prodotti dagli studenti delle classi 1a e 2a "B" dell'ITC «Luzzatti» di Treviso ;
  3. testi di specialisti interpellati al fine di chiarire taluni aspetti specifici delle rispettive aree professionali e culturali;
  4. saggi, enciclopedie e manuali scientifici (specificati caso per caso);
  5. articoli e dossier giornalistici (specificati caso per caso);
  6. risorse on-line su specifici aspetti rese disponibili attraverso links mirati;
  7. risorse on-line su questioni di carattere generale rese disponibili attarverso links;
  8. (in prospettiva) interventi da parte di altri studenti, di docenti e specialisti, ad integrazione del materiale di partenza.










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Last update: May 13, 2015
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Acknowledgement: MIDI files courtesy of Dufada MIDI Music Irish
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